Bibola
Su una collina a dominio di Aulla, sorge Bibola, visibile da lontano con i resti spuntati del castello. La sua origine risale probabilmente al periodo romano, come segnala il suo toponimo. In età bizantina, agli inizi del VII secolo, l’anonimo Ravennate indicò nella sua Cosmographia, un itinerario fortificato che da Luni andava fino a Lucca e, in direzione contraria, attraverso Pulica, Bibola, Rubra (Terrarossa), Corneda portava verso la Liguria. Bibola fu uno dei “kastron” bizantini a difesa del porto di Luni e andò acquistando importanza con l’affermarsi della Via Francigena che toccava Bibola nella sua principale variante in Lunigiana, passando anche dal vicino castello di Burcione, oggi scomparso.
l’insediamento bizantino sorse probabilmente dove si trovano i ruderi del castello, che era collegato visivamente con le torri di Filattiera e Grondola e con i castelli di Bastia, Monti, Lusuolo, Castiglion del Terziere. Bibola fu ceduta dai Malaspina in subfeudo ad altri nobili all’inizio del XIII secolo, mentre con la pace di Castelnuovo nel 1306, ritornò in loro possesso. Nel 1355 fu tra i feudi dei Malaspina di Aulla confermato da Carlo IV, e fu poi venduto dagli eredi nel 1451 ai marchesi di Fosdinovo.
Il borgo in galleria con numerosi passaggi coperti con volte di pietra si raccoglie in modo circolare intorno al castello. Una leggenda narra che nella chiesa di San Bartolomeo siano conservati i resti della moglie del conte Ugolino.